Accogliamo un interessante contributo sull’influenza del pensiero aristotelico sul pensiero teologico moderno, quello tomista, che a sua volta ha pesantemente condizionato in positivo la scienza moderna fino ai giorni nostri. Distinguere il pensiero scientifico razionale dalle influenze delle dottrine religiose, ancorché rivelate, è stato un grande contributo che Tomamso d’Aquino ha dato allo sviluppo del pensiero scientifico e quindi della scienza e della tecnologia dell’epoca moderna e dei giorni nostri. Grazie all’autore.
Marcello Sladojevich
Nei nostri libri di scuola si indica il 1492, la scoperta del nuovo mondo, come l’inizio della “modernità” ma, se consideriamo più attentamente la storia dei secoli precedenti, ci accorgiamo che nel pensiero del Cristianesimo occidentale nuovi influssi culturali avevano influito nella visione del mondo ponendo, in modo determinante, le premesse di quello che sarà in seguito lo sviluppo del pensiero scientifico moderno. Mi riferisco all’introduzione dello studio della filosofia aristotelica che, attraverso il mondo arabo arrivò in occidente intorno al mille.
La cultura teologica cristiana fin dai primi secoli era stata, come è noto, influenzata dalla filosofia greca e soprattutto da Platone. La sua gnoseologia aveva determinato fortemente il pensiero dei Padri della Chiesa, soprattutto S. Agostino. La conoscenza è soprattutto “memoria“ di una realtà transfenomenica, che l’anima ha contemplato prima del suo essere nel tempo.
Il termine “fenomeno” deriva dal greco “to fainomenon” e significa “apparenza”. Tutta la realtà che ci circonda e che noi percepiamo con i sensi è, in questo contesto, nascondimento della realtà. Questa, la realtà, pertanto, è in un mondo al di là delle apparenze, è appunto realtà “trans-fenomenica”. Il rapporto tra apparenza, realtà fenomenica, e verità è per lo più di contrarietà. Da ciò lo sforzo dello spirito dell’uomo di raggiungere la conoscenza della realtà al di là dell’apparenza sensibile.
Il platonismo aveva influenzato sostanzialmente tutto il pensiero cristiano, in particolare il pensiero teologico e di conseguenza tutta la cultura occidentale. Non possiamo non riconoscere la forte suggestione che una visione filosofica fortemente ancorata ad un mondo trans-fenomenico considerato come unica vera realtà, al di là del regno delle “ombre”, poteva avere sul nascente pensiero cristiano, che considera la vita nel tempo, hic et nunc, come un esilio esistenziale che terminerà con il ritorno nella vera patria, la Gerusalemme Celeste di San Agostino. La vita nel tempo è solo attesa dell’unica vera vita che è l’incontro con l’Assoluto, fuori del tempo, perché l’eternità è essere con assenza di tempo che in se stesso è “fieri” , “divenire” e, pertanto, in un certo senso, questo divenire è morte: in questo contesto l’evento della morte soggettiva è “dies natalis”, il giorno della nascita alla vita. Continua a leggere »