Da una libera conversazione di Enrico Guarnieri agli “Amici del Caffè Michelangelo”
E mangia altro che bacche di cipresso;
Né io sono per anche un manzoniano
Che tiri quattro paghe per il lesso.
Addio cipressi! addio, dolce mio piano!
(Carducci – “Davanti a San Guido”)
Due notizie di attualità artistica, entrambe solo per pura coincidenza provenienti a Parigi, mi offrono la ghiotta occasione per riflettere su antiche “questioni” assai complesse, diverse fra di loro ma generate da una stessa radice.
Una è afferente all’inizio del restauro, al Louvre, dell’opera “S. Anna” di Leonardo. Da subito questo restauro ha un acceso un animato dibattito, ma potremmo dire anche uno scontro, fra gli addetti ai lavori: favorevoli all’intervento su quel capolavoro da una parte e quelli contrari decisamente su un fronte opposto.
L’altra questione riguarda la periodica richiesta che i fiorentini rivolgono al Louvre per il prestito della “Gioconda” al fine di approntare una “giusta esposizione” a Firenze. Richiesta sempre negata.
Pur riconoscendo che, sia il restauro di opere d’arte come anche gli allestimenti di mostre, per lo più, sono stati in passato progettati ed eseguiti con scrupolo ed alta professionalità, sempre più spesso, nei tempi moderni, ci accorgiamo che certe iniziative sono guidate prevalentemente da scelte di immagine effimere, dal ritorno economico, dall’ostentazione di notorietà dei promotori, piuttosto che da veri contenuti culturali. Continua a leggere »