Mag 07
Non capita tutti i giorni di poter parlare di cultura, a Figline, con un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con tre onerose deleghe: famiglia, droga, servizio civile.
All’On. Carlo Giovanardi abbiamo rivolto quattro domande e lui ha risposto con cordialità.
La crisi economica ha tagliato i fondi per   la lotta alla droga. Come farà?
I fondi contro la droga non sono stati tagliati, bensì sono stati trasferiti alle  Regioni in base alle specifiche competenze volute dalla riforma costituzionale  del 2001. Al Dipartimento nazionale sono stati attribuiti compiti di  coordinamento che stiamo sviluppando attraverso sessanta progetti sul  territorio; progetti di prevenzione, di informazione, di lotta agli incidenti  stradali, allerta rapida sulle nuove droghe eccetera. Ogni regione ha  competenze e risorse da gestire autonomamente. Ci sono regioni all’avanguardia,  per esempio la Lombardia,  che investe moltissimo nelle comunità di recupero ed altre regioni con cui il rapporto è più difficile per ragioni ideologiche. Noi siamo per un approccio pragmatico.  Per questo, sia con la  Conferenza di Trieste che con la Consulta nazionale,   abbiamo instaurato un rapporto diretto con gli operatori, con i Sert con  l’intento di aggredire il fenomeno della tossicodipendenza fuori dagli schemi  ideologici. Proprio di oggi è la notizia che “il metodo italiano” è stato  approvato dall’Europa ed dalle Nazioni Unite: prevenzione e recupero integrale  del tossicodipendente.
Che fine ha fatto la Giovanardi-Fini?
Una volta  smascherata la solita polemica assurda sulla penalizzazione dei “consumatori di  sostanze”, l’Italia è uno dei pochi paesi del mondo in cui il consumatore di droghe non ha sanzioni penali ma semplicemente sanzioni amministrative come ad  esempio il ritiro della patente e del porto d’armi. Attraverso i controlli  stradali sappiamo che purtroppo gran parte della mortalità da incidente  stradale è causata da persone che guidano abusando dell’alcool o sotto l’uso di  sostanze stupefacenti. I 7 ciclisti falciati a Reggio Calabria, i 2  pallanuotisti morti nel Nord, le due ragazze, tutti uccisi da gente che guidava  sotto l’effetto di alcool e droghe anse se definite leggere come gli “spinelli”.
Lo Stato deve mettere in grado queste persone di non far male a se stesse e di  non far male agli altri.
Come mai i quattro gatti dei PACS fanno notizia e del milione del forum  delle famiglie non si parla più?
Ho appena finito adesso un’intervista con Klaus Davi dove denuncio che l’Ikea  svedese in tutte le sue filiali punta su una campagna di due uomini che si  tengono per la mano con lo slogan che loro sono avanzati, quindi i clienti sono le nuove famiglie che sarebbero quelle. Ho detto che è una entrata a gamba tesa  sulla costituzione italiana laica e repubblicana che parla di famiglia come società naturale fondata sul matrimonio; ho ricordato anche come la Corte Costituzionale  ha ribadito che la famiglia si costituisce fra un uomo e una donna. Dopodiché,  per l’ennesima volta dico: noi siamo un paese libero dove ogni forma di  convivenza, di formazione sociale non costituisce scandalo; ognuno vive come  vuole, con chi vuole; ma non si può confondere queste cose con un caposaldo  della nostra storia, della nostra Costituzione basato sull’incontro di un uomo  e di una donna che fanno una famiglia, all’interno della quale nascono i figli  che sono un capitale sociale. Noi stiamo morendo di denatalità, di  invecchiamento della popolazione, stiamo scomparendo. A Budapest, la scorsa  settimana, alla riunione dei ministri europei della famiglia, il primo ministro  ungherese ha lanciato un allarme: se l’Europa va avanti così, fra qualche  decennio non ci saranno più europei.
C’è uno slogan che le piace per  promuovere il servizio civile?
Quello che abbiamo  usato fin dall’inizio: “Il servizio civile cambia la tua vita e cambia la vita  degli altri”. Più di  250mila giovani impegnati in un processo di crescita e di maturazione che per la prima volta nella vita sono spinti a misurarsi con delle responsabilità innescando un processo di crescita di cittadinanza per loro, che ha anche cambiato la vita degli altri con interventi concreti nella protezione civile,  nella salvaguardia dei beni culturali e ambientali, nell’assistenza agli anziani, agli handicappati ed  ai tossicodipendenti. Sicuramente l’impegno di questi giovani prelude ad un’ Italia migliore.

written by Luca Tognaccini \\ tags: , , ,


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