Una lettura comparativa fra poesia e pittura
A chiunque si addentri nello studio della pittura Macchiaiola balza subito all’occhio lo scarso supporto critico letterario favorevole a questa avanguardia artistica. Infatti la “critica militante Macchiaiola” era composta esclusivamente da coloro che ne erano stati anche i teorici e questo fatto portò il movimento, nel volgere di pochi anni, ad una progressiva sterilità tecnico-compositiva che, a mio giudizio, sarebbe stata evitabile solamente attraverso un confronto ampio e profondo con le altre realtà artistiche italiane.
In pratica i Macchiaioli, dopo l’iniziale spinta polemica ed innovativa, mancando loro il confronto con il mondo della cultura in genere, non furono in grado di portare avanti con lo stesso vigore e la stessa genialità le successive soluzioni formali e stilistiche che si imponevano loro, affidando ai soli Telemaco Signorini, Adriano Cecioni e Diego Martelli il compito di fare evolvere il movimento. Evoluzione che molto probabilmente li avrebbe portati a confrontarsi ed a misurarsi con le altre avanguardie europee aprendo così la strada alle nuove generazioni artistiche italiane. Mancò qualcosa… accade qualcosa di inspiegabile, infatti nel sodalizio non mancava una “visone globale”, per esempio il Martelli, mente critica acutissima, aperto al confronto ed alla sperimentazione, sempre curioso, era in costante contatto con i pittori italiani residenti a Parigi e con diversi letterati ed artisti francesi, fra i quali alcuni impressionisti, movimento del quale capì, fra i primi in Europa, l’importanza rivoluzionaria: questo anelito non fu sufficiente! Continua a leggere »